Arte

“Vitalità di luce e di colore"

Personale di Daniela Barizza a Marghera

Presso la Galleria d’arte “San Valentino”-  Centro don Vecchi Marghera, dal 16 al 30 dicembre  Daniela Barizza ha esposto la sua prima personale dal tema “Vitalità di luce e colore”, un percorso di opere che evidenziano la sensibilità dell’artista e la costanza del lavoro .
E‛ una pittura che trova vitalità nella luce e nel colore della natura, nella caratteristica dei luoghi e degli ambienti che Daniela ama, in particolare i borghi della Toscana, le valli alpine, Venezia, la campagna e l’Oriente cui ha dedicato la sua ultima produzione con i simboli del Giappone.

Non cerca solo una determinata composizione di elementi, di motivi, di piano o il suggerimento di variazioni suggestive e d’impressioni, ma anche l’opportunità di inserire nei suoi dipinti l’entusiasmo di partecipare allo spettacolo della realtà, evidenziando quelle caratteristiche che sono anche identità dei luoghi stessi.
Le sue immagini diventano un insieme poetico di luce e di colore in una lirica di vissuto personale, rielaborate con armonia, ricreando le forme e le suggestioni che lei stessa prova.
Nell’esposizione della mostra personale di Marghera, ha realizzato un itinerario, dove si possono leggere i diversi momenti espressivi attraverso la tensione poetica, la sensibilità di tono, la raffinatezza impreziosita da ritmi e contrasti quasi musicali. Anche le delicate tessiture e le riflessioni ambientali muovono una freschezza interpretativa e uno stimolo impressionista sul quale la luce accresce i risalti cromatici.
Inoltre la realtà dei soggetti è frutto di una ricerca oggettiva, ma anche di una riscoperta di analogie legate ai sentimenti, alla storia e ai valori religiosi.
I suoi paesaggi lasciano largo spazio alla natura come nelle colline toscane seminate di girasoli,

accanto agli elementi architettonici che si legano alla luce, sia negli sfondi come nei primi piani e la forza del colore ne giustifica le forme in una pennellata sciolta e marcata dai ritmi istintivi.
Nei quadri veneziani sono riprese le architetture tipiche della città ma ciò che colpisce è soprattutto l’effetto scenico che si crea in un’armonia di sfumature a volte monocromatiche, ma che riprendono in un gioco di toni il modo di fare apparire le immagini dipinte dalla luce e nella luce, in una libertà quasi assoluta.


Anche nei quadri dedicati alla montagna, il colore ha un ruolo decisivo e il prevalere del verde è spesso messo in relazione con le trasparenze dell’acqua e del cielo, allargando gli spazi e creando un senso di pace e di ammirazione.


Mentre nella realizzazione delle figure, nei ritratti, negli animali è data maggiore importanza alla posizione dei soggetti, al ruolo femminile che si fa interprete di sensazioni come”Morbidi tramonti”, il sogno femminile trova coincidenza con i colori del tramonto.


Nei temi sacri, fra cui prevalgono diverse maternità, un arcobaleno di luci e colori si sciolgono intorno al volto e pongono l’accento sulla dolcezza espressiva dell’amore materno e lo spirito di pace brilla nello sguardo della Vergine.

Nella “Pietà”, realizzata in bianco e nero la trasparenza della luce rileva lo stato di abbandono del Cristo tra le braccia della Madre.


Così nelle opere in chiaro-scuro, la scelta monocromatica mette in primo piano il gioco della luce attraverso scelte essenziali, con una preziosità in cui vibra un’ariosa freschezza.
Non mancano alcuni quadri dedicati alle nature morte, anche in questo caso l’artista fa coincidere i colori con le sensazioni delle stagioni e con gli ambienti che animano il ricordo e le tradizioni.


Questa mostra è per Daniela l’occasione di ripercorrere il cammino della sua formazione artistica dai primi disegni in bianco e nero, alla singolarità di misurarsi con nuove aspettative, alla voglia di sperimentare sensazioni, per trovare quel gusto che la fa crescere in una ricerca di tecniche più libere ed espressive, come l’uso della spatola che le ha dato l’opportunità di muoversi in modo più brioso e colorare di entusiasmo le sue sensazioni, raggiungendo un traguardo frutto di lavoro che negli anni ha accresciuto la sua identità artistica.

Prof.ssa Lidia Mazzetto